La storia del museo

La storia secolare della Rocca Farnese di Valentano è tutta raccontata nelle pietre che compongono le sue mura.
Dapprima luogo di difesa e di avvistamento, poi palazzo residenziale durante il lungo possesso dei Farnese dal 1354 al 1649, anno della distruzione del Ducato di Castro, dopo un periodo di uso come granaio e prigioni della Comunità valentanese, nel 1730 fu concessa all’ordine delle suore Domenicane diventando Monastero di clausura, filiazione di quello di Santa Caterina a Viterbo.

Durante il periodo risorgimentale un’ala della Rocca Farnese ospitò una guarnigione di Zuavi pontifici, soldati francesi mandati a Valentano da Pio IX per combattere i Garibaldini (dal 1867 al 1870).

Dopo il trasferimento a Gubbio delle suore del Monastero, verso il 1930, il Comune destinò la Rocca Farnese ad ospitare le scuole elementari e, inoltre, alcuni ambienti vennero utilizzati come abitazioni private. Il complesso fu abbandonato definitivamente nel 1957 e solo nel 1979 iniziò un lungo percorso di recupero e restauro dell’intera struttura che ha portato, nel 1996, all’apertura del Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese, istituito dal Consiglio Comunale di Valentano nel 1989. Nel 2011, infine, si è portato a compimento il restauro delle aree del monumento poste a sud e ad est, luoghi che oggi ospitano il percorso tattile-olfattivo, la biblioteca specialistica, gli archivi e il laboratorio di restauro.

Il museo nei lunghi anni di attività è diventato un punto di riferimento ben riconoscibile sul territorio e protagonista di numerose iniziative in ambito museale e culturale.

L’esposizione si articola in due sezioni principali: quella pre-protostorica e quella medievale rinascimentale e moderna. Il percorso museale trova poi compimento nelle due sale all’interno della Torre Ottagonale, con la collezione etrusca donata dal Vescovo Giovanni D’Ascenzi e con la cosiddetta “Tavoletta Enigmatica”, straordinario oggetto preistorico ritrovato nella Caldera di Latera.

La stessa Rocca Farnese costituisce un interessante percorso architettonico e storico-artistico fra cui spiccano il cosiddetto “Cortile d’Amore” e il pozzo del Sangallo, la loggia di Paolo III, la “Scala Santa”.

Il Museo aderisce al Sistema museale territoriale del Lago di Bolsena, all’interno del quale approfondisce, in riferimento all’intero ambito sistemico, il tema preistorico in misura caratterizzante e al Sistema museale regionale tematico per l’archeologia “PROUST-Alla ricerca del tempo perduto”. Dal 2006 è socio ente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, istituto culturale riconosciuto dal Ministero della Cultura con sede in Firenze.

La preistoria a Valentano